Storia del Quindici Maggio in Napoli 7
Ecco la religione di Ferdinando II.
XIV
PREMII.
Dopo queste scene d'orrore voi aspetterete veder Ferdinando
rappresentar la commedia degli altri tiranni: cioè deplorar le sciagure
de' suoi _figliuoli dilettissimi_, punire gli autori delle nefandità
del 15 maggio, versar lagrime amare.... ed altre prove della pietà
dei tiranni. No, Ferdinando non ricorre a questi sotterfugi, non
gli conviene di metter nell'animo de' suoi, il solo sospetto di aver
mal fatto; ma eroicamente dispensa premii; a questo aumenta gradi, a
quello raddoppia il soldo, a un terzo dà una croce!... sì, fino le
croci fregiano il petto degli omicidi. Si riconosca però in questa
condotta del monarca delle Sicilie il disegno di scindere assolutamente
le classi del popolo, e far che le ire discordi divergessero dalla
causa primaria delle sciagure — così invita gli ardenti a battersi,
attentando alla santità della Rappresentanza nazionale, collo schierare
i reggimenti; scatena l'armata sulla città col mandato di scannare _in
modo visibile_, ed in ultimo fa uscire i _lazzaroni_ con promessa di
premio onde rubassero quel che le truppe non avean potuto rubare. Ecco
adunque gli odii fraterni, e nati da ragione di sangue.
E voi che sul petto portate il segno del regio contentamento non
intendete che desso somministrato dal Borbone nel dì che ha seguito
una strage fratricida, è la vostra accusa e la vostra condanna, è
cifra d'infamia? non vedete che ne gocciola sangue, e che sangue! su
deponetelo: illusi e traditi voi stessi, foste condotti alla strage
dei vostri fratelli che vi accusavano come vostri nemici; o valorosi
traviati, piangete il vostro delitto e lavate il sangue di cui son
tinte le vostre spade con altro sangue. Rinascete, battezzatevi nella
guerra che si combatte contro lo straniero, mostrate che il vostro
coraggio non è quello degli assassini: da bravi; i popoli perdoneranno,
i popoli sono così generosi come astuti e crudeli i tiranni; non fate
che si chiuda la giornata della gloria: non fate che Carlo Alberto
coi suoi prodi raccolga solo quegli allori di cui una porzione può
spettare anche a voi, perchè italiani voi pure. Sì, la fonte del gran
battesimo è aperta guai se giunge a chiudersi: non andate innanzi ad un
avvenire vergognoso ed esecrato. E se trionfano le nazioni quale sarà
la sorte di voi ostinati? i campi di Lombardia e le città del Veneto
vi reclamano: correte o prodi, vi sono ancora dei Metternicchiani a
battere, sudate, ed il sangue che gronderà dalle vostre spade sarà
il sangue dell'oppressore straniero, e le croci che quivi raccorrete,
varranno bene la gloria, ed i plausi, che li avrete ben meritati.
XV
ATTI DEL NUOVO GOVERNO.
Disfatta la guardia nazionale, atterrita la città, Ferdinando dà mano
a disfare il governo passato ed a spogliar Napoli di ogni franchigia.
Annulla il passato ministero e ne ricostruisce un nuovo; un membro solo
ve ne indico per giudicare degli altri, e questo è Bozzelli; maledetto
dalla nazione, indegno della fiducia pubblica, egli torna al governo
quando la nazione è prostrata. È disarmata la guardia nazionale, e con
lei ogni cittadino a segno che è proibito possedere un fucile da caccia
ed una lama qualunque. È rivocato il decreto del 3 aprile, mentre per
atroce scherno dichiara il re di mantenere inalterata la Costituzione
del 12 febbraio!
E tacendo mille altre disposizioni arbitrarie ed oppressive aggiungo in
ultimo che viene sciolta la Camera.
A questo proposito riporterò una sensata critica d'un Deputato mio
amicissimo:
Il decreto del 17 maggio dichiara sciolta la Camera de' Deputati
convocata pel 15 maggio: perchè erasi «rilevato da documenti autentici,
che nel disastroso giorno del 15 maggio coloro i quali erano stati
eletti a far parte della Camera dei Deputati si riunivano a vestir
carattere di Assemblea unica rappresentante della nazione, e si
sceglieano un presidente, e procedeano a delle _deliberazioni_ creando
_un comitato di sicurezza pubblica_, sotto la cui assoluta dipendenza
dovesse porsi la Guardia Nazionale»; perchè «non essendo ancor da essi
prestato il giuramento richiesto dalle leggi, il potere assunto era
tanto più arbitrario, illegittimo e sovversivo di ogni ordine civile,
in quanto esso usciva dalla sfera delle attribuzioni entro cui è
ristretto un Collegio puramente legislativo»; perchè «da malvagi fini
era unicamente suggerita una sì turbolenta condotta, poichè la voce
autorevole di moltissimi onesti Deputati non mancò di farsi udire per
biasimarla come assurda ed illegale, quantunque ogni grido di ragione
fosse stato soffocato da' clamori e da ogni genere di minaccia dal
canto di coloro che aveano risoluto di apportare una funesta mutazione
nello Stato ed evitare i disordini della guerra civile».
È poi curioso il leggere nel decreto di scioglimento, che i Deputati
_si sceglieano un presidente, e procedeano a delle deliberazioni_. Come
si volea che si fosse fatto? Se si erano riuniti, lo aveano fatto per
deliberare: ed io non so se nella logica costituzionale del ministero
del 16 maggio sia lecito ad una società di Deputati, che sono alla
vigilia di una legale riunione, il congregarsi e deliberare: o forse
sarà vietata la deliberazione a' Deputati soltanto, mentre non vi ha
governo che abbia il solo nome di governo libero, in cui il dritto
della deliberazione sia tolto a' semplici cittadini. Nè solamente era
un dritto, ma era anzi un dovere pei Deputati il riunirsi e deliberare,
quando il governo gli avea messi nella dura condizione di prestare un
giuramento, a cui non si credeano obbligati dalla legge[6], e a cui non
sapea adattarsi la loro coscienza.
Se dunque a' Deputati, che dalla nazione sono chiamati esclusivamente
a deliberare, un onesto governo non può vietare che deliberino, non era
meraviglia che essi _si sceglieano un presidente di età_, e poi un vice
presidente, perchè una numerosa assemblea che delibera non può mantener
l'ordine nelle discussioni, quando non ci sia un presidente che vegli
alla regolarità delle discussioni e delle deliberazioni.
Ma quello che più parse illegale e turbolento al ministero del 16
maggio è, che in una deliberazione de' Deputati raccolti nella seconda
sessione si creò un comitato provvisorio di pubblica sicurezza, da
cessare dalle sue funzioni, appena ristabilita la tranquillità,
sotto la cui dipendenza si mettesse la Guardia Nazionale. Questa
deliberazione de' Deputati in quel momento tristissimo presenti,
è stata dichiarata dal governo come l'atto di assumere un potere
arbitrario illegale e sovversivo di ogni principio di ordine civile:
e pare a prima vista che ragionevolmente si potesse rimproverare a
quei Deputati questa imprudente e intempestiva usurpazione del potere
esecutivo. Sennonchè io credo che il ministero siasi male apposto
nelle sue argomentazioni, conciossiachè abbia, a caso o a disegno non
so, dimenticata una circostanza essenzialissima che fa mutar faccia
alla questione; ed io sono nel debito di rammentargliela, quando ai
miei elettori debbo dar conto del modo come ho usato de' poteri che
mi accordarono. Questa circostanza è che il cannone già rimbombava
tremendo in via Toledo, e già scorreva il sangue cittadino, allorchè i
Deputati sedeano per deliberare. Essi crearono un Comitato di pubblica
sicurezza, perchè già innanzi aveano inviato una deputazione di cinque
membri al re per tentare tutte le possibili vie, onde le discordie
si componessero senza venire alla effusione del sangue; e mentre si
aspettava il ritorno della deputazione, udirono il rimbombo del cannone
che primo annunziò loro la guerra civile: e tanto erano essi lungi
dal crederlo, che pensarono e sperarono fossero salve di artiglieria
per qualche legno arrivato nel porto. Non pertanto i Deputati non
perderono ogni speranza di frenare quelle ire, che non aveano potuto
impedire di traboccare: in uno stato di guerra civile flagrante non
era certo tollerabile, che l'intera Assemblea deliberasse per venire
ad una risoluzione; onde si pensò di creare quel comitato provvisorio
d'interna sicurezza, che sarebbe cessato al cessar delle ostilità.
Che ci era di arbitrario, di illegittimo, di sovversivo in questo
comitato, che si componea di cinque Deputati, ed avea l'incarico di
avvisare a' mezzi più efficaci e solleciti per ristabilir l'ordine e
la tranquillità? Un comitato che tende a turbar la pace spaventa; ma
può spaventare un comitato il cui scopo è di ricondurre all'ordine un
popolo tumultuante? Il governo avea ben diritto di non riconoscerlo
siccome un comitato di un'Assemblea costituita, che avesse poteri
speciali e legittimi; ma potea rivelare di riconoscerlo come una
società di cinque uomini onesti e pacifici che la Nazione avea deputato
a rappresentare gl'interessi generali del paese, che erano stati
prescelti da' loro colleghi per tentare le migliori vie di prevenire
tutti gli orrori e le nefandezze di cui siamo stati o testimoni o
vittime? E perchè si mostri quali erano le attribuzioni di questo
comitato, io prego il ministero del 16 maggio di considerare quali ne
furono gli atti: non ce n'ha che un solo, un indirizzo al Comandante
della piazza, col quale si mostrava il vivo dolore eccitato nei
Rappresentanti della Nazione, della guerra civile già rotta, il grande
interesse che essi aveano nel ristabilimento della tranquillità, e il
desiderio ardentissimo di concorrere con tutti i loro mezzi perchè si
cessasse dalle stragi e dal sangue: questo messaggio mal ricevuto non
produsse alcun frutto, e le stragi continuarono, e il sangue corse più
abbondevolmente, e finì la giornata colla _strage degl'innocenti_. Ecco
il comitato che il ministero ha dichiarato illegittimo e sovversivo di ogni ordine civile.
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