La trilogia di Dorina 17
LUIGI
Sola?... povera bimba mia!... Anch'io, sicuro, sono solo. Avessi una
moglie, una sorella, lei verrebbe con noi. Invece, anch'io... sono
solo. (_sospirando e accarezzando Dorina_) Mah, guai al solo!
DORINA
(_con impeto, tornando col pensiero a Niccolino_) Gli ho detto che mi
è morta la madre e non se n'è ricordato!
LUIGI
(_con falso orrore_) Oh, (_con finto entusiasmo e dolore per la memoria
di Teresa_) quella buona signora Teresa! Quella santa donna! — A
Niccolino, sa, non ci pensi più; non lo merita. Si crede un grand'uomo
perchè è stato un po' a Londra, a Parigi! È soltanto ridicolo. Non ci
pensi più. Gli rimanderemo il suo danaro, subito!
DORINA
(_con espansione, premendosi al cuore la mano di Luigi_) Subito!
LUIGI
Sul momento! (_ha una scossa, tanto Dorina gli piace_) E per... per il
resto... sarò... se... sarò il suo pa... pà. — Ecco, va bene? papà!
DORINA
Mi tolga di qui... — lavorerò. Mi aiuti a levarmi da questa gente!
LUIGI
Volontieri... ma dove?... al momento... (_pensando dove mandare Dorina
e volendo farle accettare un suo quartierino che tiene disponibile per
simili occasioni, ma non osando farle l'offerta chiaramente_) Come si
potrebbe fare? (_stringendola al cuore e fingendo l'effusione paterna_)
Pianga, se vuol piangere: le farà bene. (_le bacia i capelli tremando
dalla commozione cupida_) Avrei... per combinazione... due camerette;
due povere camerette, ma piene di sole, di luce! Se volesse, come
un rifugio momentaneo... intanto... cercherò... troveremo un maestro
galantuomo; un impresario onesto — e lei... soltanto un po' di bene...
(_la stringe più forte_).
DORINA
(_capisce tutto: si allontana_).
LUIGI
(_tornando calmo e sorridente_) Un po' di bene, al suo papà!
DORINA
(_pausa — poi con disperazione e rassegnazione — con un filo di voce_)
Mi tolga da questa casa. (_si lascia cadere sulla seggiola accasciata,
affranta_).
LUIGI
Torna la signora Isabella! (_rapidamente e sempre in orgasmo per
il desiderio e la passione_) Fra mezz'ora (_vedendo la tavola
apparecchiata pensa che Dorina dovrà prima pranzare_) fra un'ora...
appena potrà, prenda un _brum_: Via Solferino 37. Ci sarò ad
aspettarla. E subito rimanderemo il denaro al marchese Nicola con una
sua letterina che lo metterà a posto.
(_Rientrano Isabella coi piatti e il Maestro colle posate_).
LUIGI
(_va loro incontro e offre all'Isabella il biglietto per il palco al
Dal Verme_).
ISABELLA
(_lo guarda senza capire_).
LUIGI
È il palco che le dovevo portare, per stasera.
ISABELLA
Oh, grazie! Numero 15. — Allegri, signorina: numero dispari, porta
fortuna!
MAESTRO
(_deponendo le posate: a Luigi, con gravità_) Se vuol favorire nella
mia famiglia....
ISABELLA
Senza complimenti! al posto dell'amico Cimozza che si fa aspettare!
LUIGI
Grazie, e buon appetito. (_piano a Dorina_) Via Solferino, 37!
FINE DELL'ATTO SECONDO.
ATTO TERZO
_La scena rappresenta un salotto elegantissimo, ma pieno di casse e di
bauli chiusi ed aperti, ecc. — Sulle seggiole e sui tavoli, ecc., roba
da mettere nei bauli, e roba per il viaggio. — Un pianoforte._
SCENA I.
NICCOLINO poi un UFFICIALE DI CAVALLERIA (Niccolino ha i baffi più
grossi e i piccoli favoriti a mezza guancia).
NICCOLINO
(_entra con circospezione chiamando_) Giuseppina! Si può vedere la
signora? Giuseppina (_sente aprire l'uscio opposto, attraversa la scena
in fretta, si leva il cappello in cui c'è dentro un grosso mazzetto
di violette. Sorride, come aspettando Dorina; ma poi quando si apre
l'uscio ha una scossa, si fa serio, e si ritira in un angolo_).
UFFICIALE
(_un bell'ufficiale di cavalleria, alto, berretto in testa, esce dalla
camera di Dorina, abbottonandosi i guanti. Ha la sigaretta in bocca. Si
ferma dinanzi ad un tavolo, accende un fiammifero, accende la sigaretta
e va via_).
NICCOLINO
(_pallido e assai turbato, vuol seguire l'ufficiale con impeto, ma
poi si ferma irresoluto. Si siede sopra un canapè di faccia, alla
porta dove è uscito l'ufficiale, si ficca la lente nell'occhio e
guarda fissamente quella porta con ira, con furore geloso, battendo
nervosamente la punta del piede per terra_).
SCENA II.
GIUSEPPINA e DETTO.
GIUSEPPINA
(_portando il riparto di un baule pieno di roba_) Come? il signor
Marchese? È un po' che aspetta? — La signora non so se riceve!
NICCOLINO
(_con voce rauca_) Il portiere m'ha detto che c'era.
GIUSEPPINA
Ma la signora voleva riposare fino alle sei, avendo poi da viaggiare
tutta la notte.
NICCOLINO
(_guardando l'orologio_) Sono le cinque e tre quarti.
GIUSEPPINA
Dio, Dio! Con tante cose da fare! — Come faremo a partire stasera?
NICCOLINO
(_con tono di preghiera a Giuseppina_) Siate buona, Giuseppina:
domandate alla signora se mi può ricevere. Vorrei vederla subito; mi
preme di parlarle prima che incominci l'andirivieni delle visite e dei
saluti. (_dandole le violette perchè le porti a Dorina_) Mi fate questo
favore, buona Giuseppina?
GIUSEPPINA
(_prende le violette ed entra da Dorina_).
NICCOLINO
(_resta immobile, pensoso, colla lente nell'occhio, fissando un punto
del pavimento_).
GIUSEPPINA
(_entrando_) La signora ha detto, se vuol accomodarsi, che viene subito
(_va via_).
NICCOLINO
(_cammina su e giù, sempre più furibondo; poi afferra un giornale a caso e si sfoga stracciandolo rabbiosamente_).
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