2015년 4월 29일 수요일

La trilogia di Dorina 17

La trilogia di Dorina 17



LUIGI
 
Sola?... povera bimba mia!... Anch'io, sicuro, sono solo. Avessi una
moglie, una sorella, lei verrebbe con noi. Invece, anch'io... sono
solo. (_sospirando e accarezzando Dorina_) Mah, guai al solo!
 
DORINA
 
(_con impeto, tornando col pensiero a Niccolino_) Gli ho detto che mi
è morta la madre e non se n'è ricordato!
 
LUIGI
 
(_con falso orrore_) Oh, (_con finto entusiasmo e dolore per la memoria
di Teresa_) quella buona signora Teresa! Quella santa donna! A
Niccolino, sa, non ci pensi più; non lo merita. Si crede un grand'uomo
perchè è stato un po' a Londra, a Parigi! È soltanto ridicolo. Non ci
pensi più. Gli rimanderemo il suo danaro, subito!
 
DORINA
 
(_con espansione, premendosi al cuore la mano di Luigi_) Subito!
 
LUIGI
 
Sul momento! (_ha una scossa, tanto Dorina gli piace_) E per... per il
resto... sarò... se... sarò il suo pa... pà. Ecco, va bene? papà!
 
DORINA
 
Mi tolga di qui... lavorerò. Mi aiuti a levarmi da questa gente!
 
LUIGI
 
Volontieri... ma dove?... al momento... (_pensando dove mandare Dorina
e volendo farle accettare un suo quartierino che tiene disponibile per
simili occasioni, ma non osando farle l'offerta chiaramente_) Come si
potrebbe fare? (_stringendola al cuore e fingendo l'effusione paterna_)
Pianga, se vuol piangere: le farà bene. (_le bacia i capelli tremando
dalla commozione cupida_) Avrei... per combinazione... due camerette;
due povere camerette, ma piene di sole, di luce! Se volesse, come
un rifugio momentaneo... intanto... cercherò... troveremo un maestro
galantuomo; un impresario onesto e lei... soltanto un po' di bene...
(_la stringe più forte_).
 
DORINA
 
(_capisce tutto: si allontana_).
 
LUIGI
 
(_tornando calmo e sorridente_) Un po' di bene, al suo papà!
 
DORINA
 
(_pausa poi con disperazione e rassegnazione con un filo di voce_)
Mi tolga da questa casa. (_si lascia cadere sulla seggiola accasciata,
affranta_).
 
LUIGI
 
Torna la signora Isabella! (_rapidamente e sempre in orgasmo per
il desiderio e la passione_) Fra mezz'ora (_vedendo la tavola
apparecchiata pensa che Dorina dovrà prima pranzare_) fra un'ora...
appena potrà, prenda un _brum_: Via Solferino 37. Ci sarò ad
aspettarla. E subito rimanderemo il denaro al marchese Nicola con una
sua letterina che lo metterà a posto.
 
(_Rientrano Isabella coi piatti e il Maestro colle posate_).
 
LUIGI
 
(_va loro incontro e offre all'Isabella il biglietto per il palco al
Dal Verme_).
 
ISABELLA
 
(_lo guarda senza capire_).
 
LUIGI
 
È il palco che le dovevo portare, per stasera.
 
ISABELLA
 
Oh, grazie! Numero 15. Allegri, signorina: numero dispari, porta
fortuna!
 
MAESTRO
 
(_deponendo le posate: a Luigi, con gravità_) Se vuol favorire nella
mia famiglia....
 
ISABELLA
 
Senza complimenti! al posto dell'amico Cimozza che si fa aspettare!
 
LUIGI
 
Grazie, e buon appetito. (_piano a Dorina_) Via Solferino, 37!
 
 
FINE DELL'ATTO SECONDO.
 
 
 
 
ATTO TERZO
 
_La scena rappresenta un salotto elegantissimo, ma pieno di casse e di
bauli chiusi ed aperti, ecc. Sulle seggiole e sui tavoli, ecc., roba
da mettere nei bauli, e roba per il viaggio. Un pianoforte._
 
 
SCENA I.
 
NICCOLINO poi un UFFICIALE DI CAVALLERIA (Niccolino ha i baffi più
grossi e i piccoli favoriti a mezza guancia).
 
 
NICCOLINO
 
(_entra con circospezione chiamando_) Giuseppina! Si può vedere la
signora? Giuseppina (_sente aprire l'uscio opposto, attraversa la scena
in fretta, si leva il cappello in cui c'è dentro un grosso mazzetto
di violette. Sorride, come aspettando Dorina; ma poi quando si apre
l'uscio ha una scossa, si fa serio, e si ritira in un angolo_).
 
UFFICIALE
 
(_un bell'ufficiale di cavalleria, alto, berretto in testa, esce dalla
camera di Dorina, abbottonandosi i guanti. Ha la sigaretta in bocca. Si
ferma dinanzi ad un tavolo, accende un fiammifero, accende la sigaretta
e va via_).
 
NICCOLINO
 
(_pallido e assai turbato, vuol seguire l'ufficiale con impeto, ma
poi si ferma irresoluto. Si siede sopra un canapè di faccia, alla
porta dove è uscito l'ufficiale, si ficca la lente nell'occhio e
guarda fissamente quella porta con ira, con furore geloso, battendo
nervosamente la punta del piede per terra_).
 
 
SCENA II.
 
GIUSEPPINA e DETTO.
 
 
GIUSEPPINA
 
(_portando il riparto di un baule pieno di roba_) Come? il signor
Marchese? È un po' che aspetta? La signora non so se riceve!
 
NICCOLINO
 
(_con voce rauca_) Il portiere m'ha detto che c'era.
 
GIUSEPPINA
 
Ma la signora voleva riposare fino alle sei, avendo poi da viaggiare
tutta la notte.
 
NICCOLINO
 
(_guardando l'orologio_) Sono le cinque e tre quarti.
 
GIUSEPPINA
 
Dio, Dio! Con tante cose da fare! Come faremo a partire stasera?
 
NICCOLINO
 
(_con tono di preghiera a Giuseppina_) Siate buona, Giuseppina:
domandate alla signora se mi può ricevere. Vorrei vederla subito; mi
preme di parlarle prima che incominci l'andirivieni delle visite e dei
saluti. (_dandole le violette perchè le porti a Dorina_) Mi fate questo
favore, buona Giuseppina?
 
GIUSEPPINA
 
(_prende le violette ed entra da Dorina_).
 
NICCOLINO
 
(_resta immobile, pensoso, colla lente nell'occhio, fissando un punto
del pavimento_).
 
GIUSEPPINA
 
(_entrando_) La signora ha detto, se vuol accomodarsi, che viene subito
(_va via_).
 
NICCOLINO
 
(_cammina su e giù, sempre più furibondo; poi afferra un giornale a caso e si sfoga stracciandolo rabbiosamente_).

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