IL
CONCILIO
DI
F.
PETRUCELLI DELLA
GATTINA
MILANO
E.
TREVES, EDITORE
1869.
IL
CONCILIO
IL
CONCILIO
DI
F.
PETRUCELLI DELLA
GATTINA
MILANO
E.
TREVES, EDITORE.
1869.
Quest'opera, di proprieta, per l'Italia, dell'Editore E. Treves
di Milano, e posta sotto la salvaguardia della Legge per la
proprieta letteraria.
TIP. E.
TREVES.
INDICE
CAP.
PAG.
I. 5
II. 7
III.
10
IV.
13
V.
17
VI.
19
VII.
21
VIII.
24
IX.
26
X.
28
XI.
30
XII.
34
XIII.
38
XIV.
40
XV.
43
XVI.
44
XVII.
47
XVIII.
49
XIX.
55
XX.
56
XXI.
58
XXII.
60
XXIII.
62
XXIV.
63
XXV.
66
XXVI.
68
XXVII. 69
XXVIII. 71
XXIX.
74
XXX.
77
XXXI.
80
XXXII. 83
XXXIII.
86
XXXIV.
90
XXXV.
94
XXXVI. 98
XXXVII. 101
XXXVIII. 105
IL
CONCILIO
I.
Sinodo a Costantinopoli, sinodo a
Pietroburgo, sinodo a Belgrado, sinodo in Irlanda, Concilio ecumenico a Roma.
La Chiesa, di temperamento linfatico, e tutta in moto.
Questo fatto
straordinario produsse, di contraccolpo, alcune preoccupazioni nel mondo
laico, e le potenze cattoliche le provarono alla lor volta.
Il
principe di Hohenlohe e stato il primo a ben considerare questo argomento ed
a richiamarvi l'attenzione degli altri Governi. L'Italia s'e tosto allarmata;
e la scossa si e comunicata alla Francia, al Belgio, al Portogallo,
all'Austria e persino alla Prussia. La sola Inghilterra ha conservato la sua
calma, per la ragione che il suo papa, sir Gladstone, ha conceduto
indirettamente ai cattolici del Regno-Unito piu che tutti i Concilii e i
Concordati con Roma abbiano loro mai conceduto,--e per giunta la liberta. La
Spagna non ha preso la parola, ma lo fara. Pel momento, essa ha ben altre
gatte a pelare: i partigiani dei Borboni e i repubblicani, i quali cola, come
in Italia, mostrano quel tatto di opportunita ch'e loro
proprio.
L'immenso punto interrogativo che si eleva sulla situazione
egli e questo: La Chiesa si lascera trascinare dalla civilta del mondo
moderno? Ovvero indietreggera? O si immobilizzera nella sua dichiarazione
d'inammissibilita, dicendo: Ne il mio regno ne io siamo di questo
mondo?
Il mistero conservato dai membri della Congregazione direttrice
dei lavori del Concilio e da quelli delle Commissioni speciali produce una
mal celata agitazione tra i Governi europei. L'episcopato, che deve
intervenire all'assemblea, e privo, come tutti gli altri, di qualunque lume.
S'ignorano le materie che saranno presentate alla discussione de'Padri;
ignorasi se questi Padri saranno chiamati a discutere, o soltanto a sancire
de'canoni gia stabiliti prima; se il potere laico sara invitato ad assistere
ai dibattimenti, non essendo stato preventivamente interrogato intorno alla
convocazione del sinodo; e con qual titolo, con quali facolta, i
rappresentanti delle potenze parteciperebbero alle
deliberazioni.
Malgrado le affermazioni contrarie, gli Stati cattolici
rappresentati a Roma hanno fatto qualche passo per essere illuminati su
questi diversi problemi. Ma non ottennero alcuna soddisfazione, sotto il
pretesto che gli atti delle sezioni non erano ancor terminati e che il
programma non era ancora pronto.
E siamo a questo punto.
Si
domanda inoltre: quali saranno le tendenze del Concilio? in qual senso
saranno le sue risoluzioni? e sotto qual forma verra fatta la proclamazione
dei canoni? Il sinodo si occupera di dogma o di disciplina?
Il potere
laico avra diritto di censura, di osservazione, di emendamento? I vescovi
sono convocati come rappresentanti delle diocesi, ovvero come mandatarii del
papa presso queste diocesi? Avranno essi un voto deliberativo e il diritto di
respingere le proposte che offendono la loro coscienza? La votazione si fara
per nazione o per individuo? Il popolo cattolico, che deve accettare come
infallibili i decreti del Concilio, come e per mezzo di chi vi sara
rappresentato, poiche i vescovi non hanno preventivamente ricevuto il loro
mandato nei comizi de'fedeli, o nei sinodi diocesani o provinciali? Il
potere papale sara superiore o subordinato al potere costitutivo
de'Padri?... Sono questi ed altri i quesiti, che il mondo cattolico si pone
innanzi, e sui quali i Gabinetti stessi paiono ansiosi di ricevere una
risposta.
Ma la Corte di Roma si tace.
Ha essa ragione di tacere?
E c'e ragione d'esserne ansiosi?
Diciamolo a prima giunta; il silenzio e
forse sconveniente, ma l'apprensione e fuor di luogo.
Una riunione di
teologi non e ne un Congresso di diplomatici, che tiene in mano la pace e la
guerra; ne un Parlamento doganale, ne un Congresso di economisti, che
possono, al postutto, influire colle loro deliberazioni sulla prosperita
d'una nazione. I canoni di Roma non s'imporranno come i cannoni della Francia
s'imposero all'Austria a Solferino, e come quelli della Prussia s'imposero
alla Germania a Sadowa. Nondimeno bisogna prenderne atto e tenerne conto,
poiche la Chiesa domina ancora su quella parte della popolazione che i
Governi sottraggono all'istruzione primaria, e su quella che i mariti ed
i padri non sanno tenere entro il santuario della
famiglia.
II.
Per apprezzare cio che sara il
Concilio ecumenico del 1869, o piuttosto cio che puo essere, bisogna
rivolgere addietro il nostro sguardo e rammentarci quello che furono i
Concilii che lo precedettero. Nella Chiesa nulla decade, nulla si distrugge.
Essa vive del passato; essa impiega tutte le sue forze a modellare il
presente su questo tipo: il che non vuol dire ch'essa non cammini. La Chiesa
si rassegna ai fatti compiuti ed alle nuove teorie, ma come ad una necessita,
e rimanendo sempre abbrancata ai vecchi principii, come un uomo che stesse in
piedi sopra una zattera rimorchiata da un battello a vapore.
Infatti,
egli e soltanto mediante il raffronto col passato che noi possiamo intendere
il significato dell'attitudine della Corte di Roma in questa circostanza, di
fronte al corpo episcopale ed alle potenze. Non e che interrogando la storia
de'Concilii che noi possiamo indovinare quale estensione la Chiesa attuale
intende dare a'suoi decreti, e quale importanza essa attribuisce a coloro che
devono eseguirli. Questa indagine storica e utile altresi per
ricordare attraverso quali vicissitudini e passata la dottrina romana prima
di costituirsi: non foss'altro, per insegnare a'nostri dottori della
6.ª Camera con quanta circospezione bisogna giudicare in materia
teologica. E poi, quanti lettori sanno veramente che cosa e un Concilio?...
Dopo questa rassegna, noi potremo cavare l'oroscopo del prossimo Concilio
e presentare le nostre conchiusioni come il verdetto dell'esperienza
e della ragione.
La storia dei Concilii e la storia stessa del
cristianesimo, o piuttosto del cattolicismo, che n'e la burocrazia. La nuova
assemblea dee registrare le perdite, le riforme, i dogmi nuovi, la
liturgia nuova, le concessioni fatte ed ottenute ...--in una parola, la
fase nella quale la Chiesa e entrata, confermando tutto, non
distruggendo nulla, attestando il diritto, ma piegando la testa dinanzi
al progresso, che non risparmia la religione di ieri, piu che
non risparmii la scienza di stamane.
Questi Stati generali del mondo
cattolico sono talora assemblee costituenti, ma piu spesso sono Camere di
registrazione. Essi seguono sempre i grandi cataclismi che scuotono il mondo
laico, e che producono delle rovine nel mondo religioso, gia
tarlato.
Vi sono piu specie di Concilii: i provinciali, i nazionali,
i diocesani, e gli ecumenici, ossia generali.
I Concilii particolari,
per consueto, si dicono sinodi.
Il numero di queste riunioni non si
conosce esattamente. Noi ne abbiamo notato trecentotrentanove tra quelle che
spiccano di piu, senza tener conto delle due o tre assemblee degli apostoli a
Gerusalemme, nel primo secolo, chiamate da Wathely conferenze, ne di quella
riunione di vescovi a Roma, a cui Pio IX annuncio da ultimo la proclamazione
del dogma dell'Immacolata Concezione.
Oh ben si vede che la Chiesa e
ancora molto lontana dal mondo moderno, in cui l'idea sociale della maternita
primeggia sull'idea afrodisiaca orientale della virginita! La Chiesa e
rimasta asiatica.
Di codesti sinodi ve n'ebbero tre nel II secolo, undici
nel III, dodici nel IV, dodici nel V, trentasette nel VI, venticinque nel
VII, quindici nell'VIII, quarantasette nel IX, undici nel X, trentaquattro
nell'XI, ventidue nel XII, quaranta nel XIII, ventisei nel XIV, dieciotto
nel XV, quindici nel XVI, uno nel XVII, cinque nel XVIII, cinque nel
XIX.
L'ultimo Concilio tenuto a Parigi fu quello del 1811, per
sottrarre al papa l'istituzione de'nuovi vescovi. V'intervennero
novantanove Padri, presieduti dal cardinale Fesch. L'ultimo sinodo tenuto in
Europa fu, io credo, quello di Nevers o di Langres, nel 1843, per
istabilire l'uniformita della liturgia; e l'ultimo nel mondo e stato
quello d'Australia (1844), per rimondare i costumi e la
disciplina.
Tra codesti Concilii, venti sarebbero stati ecumenici,
secondo la Chiesa di Roma. Ma in realta non furono che otto, poiche dopo
quello di Costantinopoli (869), la Chiesa orientale non si mescolo piu
con la latina, ed al nono Concilio ecumenico, detto Lateranense
(1122), convocato da papa Calisto II, l'imperatore d'Oriente e i Padri
greci non intervennero. L'ultimo Concilio ecumenico, secondo Roma, fu
quello di Trento (1545-63).
III.
I Concilii
de'quattro primi secoli ebbero per oggetto le cerimonie del culto, anziche il
dogma. I dogmi cristiani nacquero verso la meta del terzo secolo, nella
scuola d'Alessandria, dal miscuglio della filosofia platonica colle semplici
tradizioni degli apostoli. L'insegnamento di questi dogmi procreo l'eresie, e
le eresie stabilirono i dogmi. Da cio la necessita di convocare dei sinodi
per discutere le dottrine che pullulavano con grande vigore, per accettare le
une e respingere le altre. E percio, nel sinodo di Pergamo (152) si condanno
Colarbasio, gnostico ed astrologo; in Sicilia, Eracleone, il quale insegnava
che il battesimo toglie la possibilita di peccare; a Jerapoli,
Teodoto, conciapelli, che aveva sacrificato agl'idoli, e credeva Gesu
un uomo ordinario; ed altri eretici. A Cartagine, a Roma, ad Arles furono
condannati Novato e Novaziano, che rifiutavano ogni perdono ai _Caduti_ o
_Lassi_; il manicheo Manete, Donato e i donatisti, i puritani della
disciplina; Montano, Marcione, Valentino e le loro sette gnostiche--specie di
mistici sognatori, del resto molto calunniati, i quali proscrivevano il
matrimonio, ma non disdegnavano la comunita delle donne[1].
Tutti
questi sinodi erano specie di _meetings_, pressoche come i nostri Consigli
provinciali, determinati, circoscritti in un luogo e da un argomento; meno
pero il Concilio d'Antiochia contro Paolo di Samosata, che voleva scalzare il
fondamento stesso della nuova religione. Questo Concilio, tenuto nel 264,
condanno l'ardito vescovo, che combatteva il dogma della divinita di
Gesu.
Codeste eresie, codesti dogmi male coordinati, ammessi dagli
uni, contestati dagli altri, mantenevano una viva agitazione
nell'Impero, e disturbavano Costantino, il quale aveva accordato il suo
imperiale favore ai Cristiani per fare dispetto al suo rivale Licinio,
sostenuto dai Gentili. Ma Ario sconvolse tutta la dottrina, e sedusse
le menti. Egli insegnava ≪che il Figlio fu generato, ebbe principio, ed e
di una sostanza diversa da quella del Padre, il quale e eterno; ch'egli e
stato fatto dal nulla, e variabile, e puo anche avere dei vizi≫. Il popolo
correva dietro a questa dottrina, che non era quella dell'imperatore e dei
suoi partigiani. Si tenevano sinodi contraddittorii. I pagani deridevano il
cristianesimo. Costantino risolse di por fine a siffatta opposizione, che
poteva avere delle conseguenze politiche. Egli fece redigere il simbolo del
suo cristianesimo ufficiale, e nell'anno 325 convoco un Concilio
ecumenico a Nicea nella Bitinia.
IV.
Per
impegnare i vescovi a rispondere al suo appello, Costantino li fece invitare
da corrieri particolari, latori della lettera imperiale scritta da Osio. Poi,
lungo tutte le vie, fece approntare cavalli e carrozze, e mise a disposizione
de'prelati il denaro pel viaggio. Duemila e quarantotto vescovi si recarono
all'invito dell'imperatore, accompagnati da un meraviglioso numero di diaconi
e di preti, colle mogli e figli loro, e di curiosi. Una parte de'Padri era
ammogliata. Il vescovo di Roma, Silvestro I, non v'ando, ≪Questi Padri, dice
lo storico Socrate, erano ignoranti e rozzi≫, in modo che
l'imperatore pose al loro fianco sofisti ed avvocati per dirigerli. La
formula del dogma era pronta, e si comincio a discuterla nelle
riunioni preparatorie.
_Mille settecento e trenta vescovi_ la
respinsero, e non parteciparono al Concilio; _trecento e dieciotto_, piu
compiacenti, l'accettarono. La sessione generale fu
fissata.
L'adunanza doveva aver luogo in una sala del palazzo imperiale,
poiche a quell'epoca non v'erano le maestose cattedrali che sorsero piu
tardi. Le chiese, in generale, erano come certe sale odierne di Londra,
le quali, durante la settimana, servono ai balli pubblici ed ai
meetings d'ogni sorta, e la domenica si trasformano in cappelle[2].
V'erano collocate delle sedie uniformi pei Padri del Concilio, ed una
sedia, allo stesso livello, per l'imperatore, ma in oro massiccio e
tempestata di pietre preziose.
I vescovi entrarono nella sala, e
rimasero in piedi. Costantino, coperto di porpora, d'oro e di gemme, giunse
piu tardi, traverso solennemente l'assemblea, e ando a collocarsi al suo
posto in capo alla sala. Fe' segno ai vescovi di sedere, e sedette. Non
v'erano designati ne presidenti ne segretaria ma, in realta,
l'imperatore diresse le discussioni.
Singolare organo dello Spirito
Santo! poiche, a quell'epoca, Costantino era supremo pontefice de' pagani,
non intendeva che imperfettamente il greco parlato da'vescovi, e non era
ancora cristiano.
Valesio tenne nel Concilio le funzioni equivalenti a
quelle di Gentz nel Congresso di Vienna: egli redigette gli atti. Appena
furono tutti seduti, Eustazio d'Antiochia fece un complimento
all'imperatore. Costantino rispose, leggendo un discorso d'apertura, che
doveva valere di programma per la sessione, ed esorto i Padri alla
moderazione ed alla concordia. Questo invito non fu pero molto ascoltato,
poiche, appena la seduta fu aperta, essa si muto in uragano. Tutti i
vescovi presero a parlare ad un tempo per accusarsi reciprocamente;
ma l'imperatore li calmo, e getto sul fuoco le denuncie che gli
erano state presentate dagli uni contro gli altri. E le discussioni
sulla dottrina incominciarono.
Costantino non impose apertamente
alcuna opinione: si limito a proclamare le decisioni prese ed a considerarle
come definitive. Del resto, egli aveva formulato la sua fede ufficiale, e non
fu che dopo averla accettata che i Padri poterono partecipare al
sinodo.
Nondimeno ventidue vescovi ariani erano riesciti a
penetrare nell'assemblea, ed a presentare un simbolo ariano. La maggioranza,
non solo lo respinse, ma lo fece a brani. Venti di que'vescovi
abiurarono, persuasi forse da un motto spiritoso di Costanza, sorella di
Costantino ed ariana. All'_omusios_, che significa _consustanziale_,
essa consiglio di sostituire _omiusios_, che significa _simile in
quanto alla sostanza_. Prodigio d'un iota! tutti si arresero.
Due soli
vescovi ariani, Secondo di Tolemaica e Teonate di Marmarica, ricusarono di
accettare codesta transazione, malgrado la pena dell'esilio, minacciata da
Costantino ai dissidenti.
E fu cosi che la parola _consustanziale_,
condannata nel Concilio d'Antiochia contro Paolo di Samosata, fa adottata dal
Concilio di Nicea! Ario fa condannato ed esiliato. Costantino, con
una circolare, notifico al mondo cattolico le decisioni del Concilio, e il
cristianesimo imperiale fu fondato. E pero vero che piu tardi Costantino
richiamo Ario dall'esilio, e mori ariano.
Il matrimonio de'preti fa
rispettato.
Lo Spirito Santo fu trattato assai nobilmente, secondo
l'espressione di Voltaire; poiche di lui si disse soltanto: ≪Crediamo nello
Spirito Santo≫.
Due Padri ariani non sottoscrissero gli
atti.
In compenso, due Padri ch'erano morti durante la sessione non
vollero mancare al loro compito. Si posero nottetempo gli atti suggellati
entro le loro tombe, e la mattina seguente si trovarono firmati.
Il
Concilio fu chiuso il 24 di luglio. Costantino diede ai Padri uno splendido
banchetto, in cui Eustazio d'Antiochia fece un suntuoso brindisi in suo
onore.
Costantino aveva sostenuto tutte le spese del viaggio e
mantenimento de'vescovi. Inoltre ei li colmo di doni, e li rimando pure a sue
spese.
Ecco il tipo d'un Concilio ecumenico. Vedremo come le cose
andarono in appresso.
V.
Il Concilio di Nicea
aveva promulgato una specie di Costituzione dell'anno VIII. Costantino,
avendo fondato il cristianesimo ufficiale e dogmatico, credeva aver decretato
la pace de'suoi Stati e l'armonia delle anime. Ma non fu cosi. I _trecento
dieciotto_ vescovi, che l'imperatore aveva scelto tra' _duemila quarantotto_
Padri giunti al Concilio, erano una minoranza compiacente, che non poteva
imporre ne la sua volonta ne il rispetto del suo verdetto. La
maggioranza dell'Impero era ariana; la dottrina ariana era la piu filosofica;
non si volle dunque rassegnarsi. D'altra parte, le idee sono
naturalmente elastiche: piu si comprimono, e piu si dilatano. Una
conflagrazione generale scoppio nell'Impero: si faceva a gara per protestare
con maggiore energia, per difendersi con maggiore accanimento. E pero,
un Concilio ad Antiochia favorevole agli ariani; un Concilio ariano
a Tiro, che condanno sant'Atanasio di Nicea, malgrado l'appoggio
potente di Costantino, che v'intervenne con la forza--poiche era sempre lui
che convocava queste assemblee;--un Concilio a Gerusalemme, che trovo
buona la professione di fede di Ario, presentata dall'imperatore
medesimo--il quale si compiacque questa volta di trovarla eccellente;--i
Padri del Concilio di Tiro, chiamati a Costantinopoli dall'imperatore,
che condannarono di nuovo Atanasio; un Concilio a Costantinopoli,
convocato da Costanzo, figlio di Costantino, ariano; ed un nuovo Concilio
ad Antiochia.... sempre contrarii alla professione di fede di Nicea,
ch'e la nostra odierna.
Poi un Concilio a Roma in favore di questa
professione di fede; un Concilio a Milano contro Fotino, che negava la
Trinita e la divinita di Gesu; un Concilio a Costantinopoli (360) contro
Macedonio, che nell'esilio fondo la setta dei _Pneumatomachi_[3]; un Concilio
a Sardica, nel 347, convocato dai due imperatori, in cui i
vescovi orientali, in minoranza, rifiutarono di sedere, deliberarono a
parte in favore dell'arianismo, scomunicarono di nuovo i Padri
occidentali, niceani, che li avevano scomunicati, e cominciarono quello
scisma che divise la Chiesa cattolica in Chiesa greca e in Chiesa latina,
Chiesa d'Oriente e Chiesa d'Occidente.
Il Concilio di Sirmico tento
una transazione, togliendo dal simbolo il famoso _omusios_, non meno che
l'_omiusios_--consustanziale, e simile in quanto alla sostanza,--e persino la
parola sostanza. Ma Costanzo fece un decreto, che casso questa formula, e
impose a' suoi sudditi il semi-arianismo. Liberio, vescovo di Roma, si
oppose: Costanzo lo mando in esilio. Liberio si ritratto, si conformo alla
volonta imperiale, e fu richiamato. Ed ecco un papa eretico!
Del
resto, son trentacinque gli eretici[4].
VI.
Aezio
ed Eudossio predicarono la differenza assoluta del Padre e del Figlio.
Costanzo firmo la loro condanna nel Concilio d'Ancira, e convoco un Concilio
a Rimini per gli Occidentali, a Seleucia per gli Orientali. I Padri di Rimini
accettarono la fede della Corte; quelli di Seleucia, tutti ariani,
resistettero. Il Concilio di Costantinopoli, composto di delegati delle due
assemblee, sanci la formula di Rimini.
Giuliano, salito al trono,
riaperse i tempii degli dei per tenersi neutrale in mezzo a tutti i culti. Ma
ei non teneva conto de'partiti. Altri Concilii si riunirono; ed in fine,
l'Occidente rimase pressoche fedele alle dottrine di Nicea, l'Oriente si
divise tra le differenti sette ariane.
Gioviano, benche
consustanzialista, lascio piena liberta a tutte le sette. Il Concilio
d'Antiochia (363) si uniformo alle credenze di Rimini, e, risalendo alla
formula di Nicea, tenne per l'_omiusios_. Il semi-arianismo
trionfo.
La tolleranza di Valentiniano diede buon giuoco ai
consustanzialisti.
Il Concilio di Lampsaca diede un forte colpo
all'arianismo orientale. Il Concilio di Roma decise il trionfo, estendendo la
consustanzialita sino allo Spirito Santo. Quello d'Illiria confermo queste
decisioni: e Valentiniano, notificandole alle Chiese dell'Asia, ordino di
rendere i vescovi, piu ch'era possibile, ereditarii.
Graziano fu
tollerante come il padre.
L'ondulazione della fede seguiva la credenza
degl'imperatori, che davano il tono alla Chiesa. Il vescovo di Roma
prudentemente la subiva. E pero la pace stava forse per istabilirsi, allorche
Teodosio impose a tutto l'Impero il consustanzialismo professato dal vescovo
di Roma. Ma le sette ariane si opposero a quest'ordine; e Teodosio convoco
il secondo Concilio ecumenico a Costantinopoli, per far prevalere le
sue dottrine e dare all'Impero l'unita della fede.
Centocinquanta
Padri si affrettarono, come sempre, ad adempiere la volonta imperiale. Nel
381 essi ratificarono la formula di Nicea, e conservarono sulla sedia di
Costantinopoli Nettario, un vecchio non ancora battezzato, ma protetto
dall'imperatore. Poi usarono allo Spirito Santo la cortesia di dichiararlo
_signore vivificante_, che procede dal Padre.
Piu tardi, la posizione
della terza persona, ≪che prima degli Ariani era stata poca cosa≫, dice
Potter, fu regolata dal _Filioque_, aggiunto al simbolo, prima in Spagna nel
447, poi in Francia, nel Concilio di Lione, l'anno 1274; e finalmente a Roma,
che lo fece procedere anche dal Figlio.
Teodosio converti in legge
dello Stato i decreti del Concilio, e li promulgo. San Gregorio Nazianzeno
chiamo codesto Concilio _scena da taverna_. Roma non lo considera come
ecumenico.
Proscritta l'eresia per decreto sovrano, Teodosio credeva di
poter incrociare le braccia; ma la sua gioia non duro piu di quanto
duri codesto genere di decreti--otto giorni di terrore! La
reazione succedette in breve: l'arianismo muto forma in Asia, ma si stabili
in Europa ed in Africa.
Teodosio capi d'essere ridicolo ed impolitico,
e modero il proprio zelo.
VII.
Il cristianesimo
orientale prese allora tendenze mistiche. Queste tendenze produssero un
numero considerevole di sette, tutte comprese sotto il nome di _gnosticismo_.
Le credenze de' gnostici, mescolate di sogni i piu strani e di pratiche
carnali le piu esagerate, dovevano naturalmente sedurre le donne. Esse si
diedero quindi a praticare, propagare e predicare le dottrine gnostiche, ne
divennero le apostole e le sacerdotesse.
I Concilii cominciarono
l'opera loro, ed apersero il fuoco del combattimento. Il Concilio di
Saragozza condanno i Priscilliani. Questa condanna diede alla setta un forte
impulso, e la consolido nelle Gallie ed in Italia. L'imperatore Massimo la
fece giudicare dal Concilio di Bordeaux. Priscilliano e sei altri gnostici
furono giustiziati, altri esiliati--e il priscillianismo
prospero[5].
Venne poi una serie di Concilii per sostenere o per
combattere le opinioni di Origene e la corporeita di Dio; poiche parecchi
Padri credettero Dio materiale, tra gli altri san Giustino
martire, Lattanzio, Melitone e Tertulliano, che diceva: _Nihil est
incorporale nisi quod non est...._
Nestorio ed Eutiche, che entrarono
in iscena, fecero dimenticare la controversia di Origene e
dell'antropomorfismo, il primo distinguendo, il secondo confondendo le _due
nature_ di Cristo.
San Cirillo, l'assassino d'Ipazia, accuso Nestorio
all'imperatore di non ammettere la divinita di Gesu e di ricusare a Maria il
titolo di madre di Dio, ≪non potendo (egli diceva) essere nello stesso
tempo la madre del Figlio e del Padre≫. L'imperatore Teodosio II
convoco il terzo Concilio ecumenico ad Efeso l'anno 431. Nestorio fa
il primo a giungervi con due ministri di Stato dell'imperatore, uno
per assistere al Concilio, l'altro per difenderlo colla forza. Cirillo,
che doveva presiedere, vi giunse alla sua volta. Nestorio e i
commissarii imperiali domandarono che l'apertura fosse rimandata sino
all'arrivo dei vescovi d'Antiochia e delle altre sedi dell'Oriente e
dell'Italia; ma Cirillo tiro innanzi.
Il commissario imperiale
protesto, e si ritiro. Nestorio non volle comparire dinanzi un tribunale
incompleto, composto soltanto de' suoi nemici. Ma la condanna di Nestorio fu
pronunciata a tamburo battente. Il commisssario imperiale e Nestorio
spedirono all'imperatore la narrazione di quella procedura.
L'arrivo
del vescovo d'Antiochia e degli altri vescovi peggioro le cose. Essi si
dichiararono contro Cirillo, e il commissario imperiale si schiero con loro.
Allora il Concilio si divise in due, una parte sotto la presidenza di
Cirillo, l'altra sotto quella di Giovanni d'Antiochia. Cirillo fu condannato
alla sua volta; il che, dice Voltaire, imbarazzo molto lo Spirito Santo--il
quale era in causa. L'imperatore, confermando pure la condanna di Cirillo e
Nestorio, richiamo dinanzi a se la discussione; e il nuovo commissario
imperiale rimando i Padri alla Corte, che allora risiedeva a
Calcedonia.
Ecco ora la volta di Eutiche. Egli aveva combattuto Nestorio
ad Efeso. Ora spinse piu innanzi la sua dottrina, e disse che, dopo
l'unione, l'umanita e l'essenza divina di Gesu non formavano che una sola
natura. Il Concilio di Costantinopoli condanno questa dottrina. Eutiche
ne appello all'imperatore; poiche l'imperatore, che sosteneva la
parte principale nella confezione del dogma cristiano, era altresi
giudice supremo in materia di fede.
I commissarii imperiali sedettero
co'vescovi in un nuovo Concilio, il quale confermo i decreti del primo;
ond'essi indissero una terza assemblea, che doveva riunirsi egualmente ad
Efeso, nel 479.
E fu questo il famoso Concilio _del
brigantaggio_.
Centoventotto vescovi vennero in esso alle mani--come
avevano fatto i loro predecessori a Cirta, nel 355, e nel piccolo Concilio
di Cartagine. I Padri gridavano ≪che bisognava tagliare in due
tutti quelli che dividevano in due Gesu-Cristo≫. E due Padri calpestavano
il patriarca Flaviano, che mori per le ferite ricevute.
Eutiche fu
riabilitato.
L'imperatrice Eudossia l'aveva ordinato.
Pur troppo
le imperatrici, dappertutto e sempre, s'immischiano in tutto--in un dogma,
del pari che in un'acconciatura.
VIII.
Il quarto
Concilio ecumenico fu convocato. Marciano, o piuttosto Pulcheria sua moglie,
rimasta vergine nel matrimonio, devota al vescovo di Roma, Leone, riuni il
Concilio a Calcedonia nel 451. Questo Concilio fu l'ultimo degli ecumenici
che fondarono la dottrina della Trinita.
Seicentotrentasei Padri si
arresero agli ordini dell'imperatrice.
I legati romani furono i
presidenti del Concilio.
Le dottrine di Nestorio e di Eutiche furono
condannate, e fu proclamato ≪che il Cristo godeva di _due nature_, ciascuna
delle quali conservava la sua proprieta essenziale, benche formanti _una sola
persona_≫.
I monaci presenti alle discussioni grugnirono, urlarono. Si
volle metterli alla porta, ma essi minacciarono di strangolare i
vescovi. Gli agenti dell'imperatore ristabilirono l'ordine. Quand'ecco, non
si sa piu quale delle due formule sottoscrivere, se quella dei legati di
Roma, o quella degli Eutichiani. Si penso di metterle ambedue nel sepolcro di
Santa Eufemia. All'indomani si apri il sepolcro: la santa, dice Zonaro, aveva
respinto a' suoi piedi lo scritto eutichiano, e teneva nelle mani la formula
cattolica, ch'essa presento graziosamente all'imperatore. Allora Marciano si
reco al Concilio, e pronuncio il discorso di chiusura.
Questo
Concilio, come gli altri, diede origine ad una serie d'altri Concilii e
d'altri torbidi.
Il Concilio di Cartagine aveva gia condannato la
dottrina di Pelagio, monaco bretonne, e quella di Celestio, prete scozzese,
che affermavano la liberta e dignita dell'uomo, respingevano la dottrina del
peccato originale, e rendevano, per conseguenza, nulli il battesimo e
la redenzione. Ma il Concilio di Diospoli casso quel decreto. Egli e
vero che i Latini intendevano poco il greco, e che i Greci non
intendevano punto il latino. Il Concilio di Milevo confermo in appresso la
sentenza di quello di Cartagine.
La Chiesa non esito mai a
pronunciarsi contro la liberta, qualunque sia la forma che questa prenda,
politica, scientifica o religiosa.
Il Concilio d'Efeso (477) annullo le
decisioni emesse a Calcedonia. Tutto l'Oriente si agito per o contro codesto
Concilio, e si suddivise in sette e scismi infiniti. Le citta furono turbate
da sommosse; il sangue corse in Antiochia, a Costantinopoli ed altrove.
Giustino perseguito coloro che non pensavano come lui. Giustiniano, che
si piccava di teologia, decideva in fatto di dogmi--malgrado
l'imperatrice Teodora, che seguiva una credenza diversa dalla
sua.
Giustiniano convoco poi un quinto Concilio ecumenico, raccolto
a Costantinopoli nel 455, e fece condannare di nuovo alcune opinioni
di Origene e le teorie di Ario, di Eunomio[6], di Macedonio, di
Apollinare e di altri. Vigilio, vescovo di Roma, non volle assistere al
Concilio, benche si trovasse a Costantinopoli. Giustiniano lo maltratto, e
ne ottenne quello che volle.
Il quinto Concilio ecumenico non e
accettato come tale dalla Chiesa latina.
IX.
Dopo,
la quistione delle _due nature_, sorse la quistione delle
_due volonta_.
A quell'epoca tutti si occupavano di teologia, come noi
ci occupiamo di politica; e le donne discorrevano insieme delle due
_ipostasi_, come oggidi discorrono di stoffe.
I monoteliti non
ammettevano che una volonta ed un'azione sola nella natura del Cristo.
L'imperatore Eraclio, essendo di quest'avviso, volle sapere che cosa ne
pensava il suo vescovo di Roma. Onorio ammetteva invece due volonta,
ammettendo le due nature. Eraclio non si arrese a questa opinione. E percio,
subito un Concilio monotelita ad Alessandria e un Concilio contrario a
Gerusalemme.
Ma egli era il padrone, e il papa piego.
Eraclio
proibi, con editti, di parlare delle due nature e delle due volonta, ed
impose il monotelismo all'Occidente.
Il Concilio di Roma condanno questa
dottrina.
Costante II strappo il papa Martino dalla sua sede, non meno
che altri vescovi, e li mando a morire in esilio.
Costante II fa poi
assassinato in Sicilia.
Costantino Pogonato volle imporre a' suoi sudditi
d'Oriente le dottrine di quelli d'Occidente, per realizzare l'armonia della
fede nell'Impero e cancellare lo scisma. Egli convoco dunque il sesto
Concilio ecumenico.
Circa duecento vescovi si riunirono a Costantinopoli
l'anno 680. Costantino presiedette il sinodo, avendo alla sua destra il
patriarca di Costantinopoli, alla sinistra i legati di Roma.
Il
monotelismo fu condannato, il papa Onorio riprovato, e proclamato il dogma
delle _due volonta_.
Alcuni cattolici confondono questo Concilio con
quello detto _in Trullo_, che i protestanti dichiarano il settimo Concilio
ecumenico.
Questo Concilio, ordinato da Giustiniano, si raccolse a
Costantinopoli l'anno 692, in una torre o salone del palazzo imperiale. Piu
di duecento vescovi risposero all'appello dell'imperatore. Roma non
mando a questo sinodo alcun legato speciale, ma vi si fece
rappresentare dagli agenti ordinarii che il vescovo di Roma manteneva alla
Corte.
Giustiniano presiedette l'assemblea, ne firmo e notifico gli atti.
Vi fu lasciato il posto per la firma del papa; ma Sergio ricuso la
sua segnatura, a cagione di sei canoni consacrati dal Concilio e
respinti dalla Chiesa latina--tra gli altri, quello del matrimonio de'
preti.
Altri Concilii impugnarono, per ordine dell'imperatore Filippico,
le decisioni di questo.
Lo scisma tra'Greci e Latini si
estese.
Il monotelismo rimase sommerso dalla controversia delle immagini,
che prese posto nell'attenzione e nelle preoccupazioni
pubbliche.
Inoltre il maomettanismo ed i barbari stringevano sempre piu
da presso il mondo imperiale.
X.
La
controversia delle immagini comincio dall'editto di Leone Isauro, che
proscrisse le immagini, ad esempio dei Maomettani. Il papa Gregorio II fece
delle rimostranze, ma Leone insistette. Il papa riuni un sinodo, scomunico
l'imperatore, e gli tolse la sovranita dell'Italia. Leone tento di far
assassinare il papa; ma questi fece alleanza co'Franchi, e consegno loro Roma
e l'Italia.
Gregorio stabili il principio che l'imperatore non aveva
ad immischiarsi nelle cose della Chiesa: _Non oportere imperatorem de
fide facere verbum._
Lo scisma religioso prendeva quindi proporzioni
politiche e nazionali.
La controversia si rincrudi, e provoco sommosse e
proscrizioni. Il potere del papa si consolido ed ingrandi; quello de' signori
d'Oriente, gia tanto spregevoli, perdette ogni giorno terreno.
Nuovo
Concilio a Roma, che scomunico i nemici del culto delle immagini. Costantino
Copronimo convoco il settimo Concilio ecumenico a Costantinopoli nell'anno
754.
Trecento trentotto vescovi, dopo aver tenuto, per
ordine dell'imperatore, delle assemblee provinciali in tutto
l'Impero, sedettero nel palazzo imperiale di Ieria. La sessione teologale
duro sei mesi, e l'idolatria delle immagini fu condannata.
Ma Roma
rispose. Il Concilio di Stefano IV scomunico quello di Costantino e
gl'iconoclasti greci. Un mutamento succedette pero ben presto nel Bosforo.
L'imperatrice Irene, donna atroce e pia, che uccise il marito e fece
acciecare il figlio, si dichiaro iconolatra, ossia partigiana degli adoratori
delle immagini.
Irene era donna, quantunque devota; e le immagini sono un
ornamento, un oggetto di toeletta. Una donna non puo essere
iconoclasta.
Irene riuni un Concilio a Nicea nel 787, il settimo
ecumenico de' Latini. Trecento cinquanta Padri vi accorsero. Irene li
arringo, e il Concilio condanno gl'iconoclasti. Ma Carlomagno gli oppose un
sinodo di trecento vescovi, riuniti a Francoforte (794), e, piu tardi,
Luigi il Buono una seconda assemblea, che decise tutto il contrario,
e proscrisse gl'iconolatri.
Un Concilio, indetto da Leone Armeno, non
solo proibi le immagini, ma ordino di bruciarle. Parigi ebbe nello stesso
senso un Concilio nell'824. Si dovette cedere. Il papa Anastasio, sempre
infallibile come i Concilii, fece, spezzare le statue e raschiare le pitture
di San Pietro.
Nondimeno la controversia non s'acqueto; e fu soltanto
piu tardi, in un Concilio convocato dall'imperatrice Teodora a Costantinopoli
nell'842, che, dopo una lotta di centodieci anni, il culto delle immagini
fu definitivamente riconosciuto.
Cosi le belle arti devono a due
donne, Irene e Teodora, la conservazione di questo campo glorioso de'loro
trionfi--e noi non ce ne lagniamo.
XI.
Ma i
Concilii mutarono natura. Finora essi erano stati quasi tutti dogmatici;
d'ora in poi diverranno quasi tutti politici o disciplinari.
La Chiesa
latina aveva anch'essa mutato carattere. Erasi emancipata dall'autorita
degl'imperatori d'Oriente, e mostrava la sua superiorita di fronte a quelli
d'Occidente. Essa non aveva, quindi, piu bisogno di discutere le sue
dottrine: le formulava, le promulgava e le imponeva. Chi resisteva era
appiccato od arso.
Lo scisma, per conseguenza, erasi complicato con
l'elemento politico.
L'imperatore d'Occidente si levava contro quello
d'Oriente, e lo respingeva in Asia.
Un Concilio ecumenico, l'ottavo
dei Latini, sanci per un momento l'unione delle due Chiese, sotto Adriano II;
ma ben presto l'ottavo ecumenico dei Greci (879) ruppe l'accordo, casso i
canoni del sinodo latino, e l'anatomizzo, alla presenza stessa dei legati di
quel papa Giovanni VIII, ch'era stato scacciato dal popolo romano, e che,
poco dopo, da uno de' suoi parenti venne ucciso a colpi di
martello.
La rottura fu allora compiuta e per sempre. I Padri delle due
Chiese non si riunirono mai piu, sino alla famosa mistificazione del
Concilio di Firenze (1439).
Il potere laico godeva frattanto di
un'assoluta supremazia sull'ecclesiastico. Un Concilio tenuto a Roma, sotto
Adriano I, aveva riconosciuto in Carlomagno e ne' suoi successori l'autorita
di nominare il vescovo di Roma--detto il papa.
Carlomagno non s'era
servito di questa autorita, ma aveva esercitato il diritto di controllare e
confermare la scelta fatta dal popolo e dal clero romano, di sorvegliare il
clero e le forme del culto, e di tassare i beni ecclesiastici. D'altra parte,
il Concilio aveva il diritto di decidere in quanto ai dogmi ed alle
discipline.
Il Concilio era un potere costituente, al di fuori e al
disopra del potere pontificio, cosi in Occidente come in Oriente. Il
solo imperatore era al di sopra del Concilio, in quanto poteva
convocarlo, scioglierlo, presiederlo, ratificarne e proclamarne i decreti; ma
non gia imporre, per diritto, questa o quella formula di credenza, piu che
il papa o il patriarca. Ora si trattava di rovesciare, per mezzo dei Concilii
od altrimenti, codesta autorita laica del re, codesta supremazia del Concilio
sul papa. Inoltre trattavasi di ottenere l'autorita suprema sulla monarchia,
sulla Chiesa, sul popolo e sul mondo. E fu questa impresa che produsse tutte
le sciagure de' secoli successivi.
Gli scismi, per lo piu, provennero
dalla parte de' papi; i Concilii, dalla parte de' principi. Ecco perche i
papi li hanno sempre temuti e respinti; ecco perche essi cercarono di
sovrapporre la loro autorita a quella del Concilio.
Sarebbe superfluo
il continuare a tessere la storia particolareggiata de' Concilii, dopoche
abbiam visto in quale strano modo, da quali mani e con quali materiali la
dottrina di Cristo venne alterata e la dottrina cattolica fabbricata. I
costumi essendo mutati, non sarebbe oggidi che a titolo di curiosita storica
che noi potremmo raccontare come il sacerdozio e stato rimondato, reso docile
e servile a'vescovi ed al papa, e come i papi hanno a poco a poco costruito
la propria autorita[7].
Ma, siccome per la Chiesa, del pari che per la
diplomazia, un canone o un trattato, che cesso di aver forza di legge, rimane
sempre in vigore come precedente, utile ad essere ricordato in certe
eventualita, cosi noi abbozzeremo ancora il racconto di qualche Concilio.
D'altra parte, se la Chiesa s'e cristallizzata sovra un banco di dottrine
ch'essa dice ortodosse, l'eresia--cioe l'opposizione, la riforma, il
progresso--non ha punto abdicato; ieri ancora la Congregazione dell'Indice
condannava dei libri eretici, e domani il ventunesimo Concilio ecumenico di
Roma decidera sulla incompatibilita della scienza e della civilta col
dogma. Seguiamo dunque di lontano codesta permanente protesta
dell'eresia, l'usurpazione del potere spirituale sul temporale, e la
resistenza laica contro l'invasione
ecclesiastica.
XII.
Il Concilio di Magonza (848),
poi quello di Cressi sulla Sara, alla presenza di Carlo il Calvo, ed altri
posteriori proscrissero la dottrina di Gottescalco, il quale, basandosi su S.
Agostino, professava il fatalismo sotto il nome di _predestinazione_, e
insegnava il dogma d'una triplice divinita nella trinita.
La dottrina
della grazia e del libero arbitrio fu fondata.
Quattro Concilii si
tennero a Costantinopoli (859-869): i Greci e i Latini vi si scomunicarono a
piu potere. Fozio vi fu, alla sua volta, eletto e deposto; Martino II vi fu
deposto da Fozio; e Fozio fu riconosciuto da Giovanni VIII, il quale dichiaro
Giuda tutti coloro che dicevano che lo Spirito Santo procedeva dal Padre e
dal Figlio--sempre infallibilmente!
Ottone convoco un gran Concilio
nella basilica di San Pietro a Roma (963) per porre un termine ai disordini
del papa Giovanni XII, cui il Concilio accuso d'omicidio, d'incesto e di
sacrilegio. Il papa rispose, scagliando la scomunica al Concilio; ma il
Concilio gli fe' notare ch'egli aveva commesso un errore di grammatica nel
suo interdetto, e lo condanno. Giovanni scomunico l'imperatore Ottone; ma
questi lo destitui, ed elesse in sua vece un laico, Leone VIII[8]. Un
marito geloso che, trovando Giovanni presso sua moglie, lo uccise a colpi
di martello, non semplifico la situazione: un altro successore fu dato
a codesto bel vicario di Cristo!
Leone VIII, nel Concilio di Roma
(964), depose Benedetto V, e confermo che il solo imperatore ha il diritto di
eleggere i papi. Dichiarazione inutile! Tutti elessero, specialmente le
cortigiane, che fecero nominare i loro figli e i loro amanti[9].
Nel
Concilio di Pavia (996), Gregorio V scomunico il papa Giovanni XVI ed il
tribuno Crescenzio[10]. Altri Concilii scomunicarono i preti maritati. Enrico
III, e Clemente II da lui eletto[11], fecero condannare i simoniaci nel
Concilio di Sutri (1047). Poiche tutto si vendeva a quell'epoca[12]; e i
costumi ecclesiastici erano cosi infami, che non oso citare nemmeno in latino
le indignate parole di S. Pier Damiano.
Il Concilio di Tours (1055)
condanno Beranger e Giovanni Scott; e il dogma della presenza reale nelle due
specie fu sancito. Stefano IX[13] e Niccolo II rinnovarono i Concilii
(1057-1059) contro il matrimonio dei preti e i simoniaci; ma i fabbricatori
de' Concilii erano essi medesimi cosi incancreniti, che il papa Alessandro II
fu costretto a giurare dinanzi al Concilio di Mantova (1067), che non era
un simoniaco, come il suo competitore Cadulo[14].
Nel Concilio
Lateranense (1076), Gregorio VII scomunico l'imperatore Enrico IV, lo
dichiaro decaduto dall'Impero, e sciolse i suoi sudditi dal giuramento di
fedelta. Quattro anni dopo (1080), nel settimo Concilio di Roma, egli
riconobbe Rodolfo come capo legittimo degli Stati germanici, e fondo il
potere dei pontefici romani sulle corone delle cristianita.
Enrico IV
rispose al Concilio di Bressanone, e depose il papa.
Cosi i Concilii di
Roma, sotto Gregorio VII, annullarono quello che il Concilio di Roma, sotto
Leone VIII, e quello di Sutri, sotto Clemente II, avevano stabilito circa
l'elezione de' papi e la supremazia del poter temporale sullo
spirituale.
Il Concilio di Magonza scomunico poi il Concilio di
Quedlimburgo.
Nel Concilio di Clermont (1095), Urbano II benedisse la
prima Crociata, predicata nel Concilio di Piacenza da Pietro l'Eremita; ed
assolse l'imperatrice Prassede, la quale pubblicamente si confesso,
_senza arrossire_ (dice il papa), delle immonde pratiche, a cui suo
marito, come essa affermava, l'aveva assoggettata--_tantas spurcitias non
tam commisisse quam invitam pertulisse._ E nessuno de' Padri
arrossi.
Ma, dopo tutto, Prassede era brutta, ed aveva tutte le smanie
d'una donna di quarant'anni.
E non fu
canonizzata.
XIII.
Passo oltre il Concilio di Roma
(1099), in cui Urbano scomunico il suo rivale; quello Lateranense contro i
Greci separati dalla comunione latina, a proposito della procedenza dello
Spirito Santo, sempre in quistione; quello di Reims, in cui Calisto II
scomunico ≪Carlo-Enrico, imperatore nemico di Dio, e Burdin, falso
papa[15]≫; quello Lateranense, il primo ecumenico indetto dai papi dopo la
loro separazione dai Greci (1122), nel quale Calisto III accetto la
rinuncia delle investiture, consentita da Enrico V alla Dieta di Worms: il
che pero non tronco la controversia tra il sacerdozio e l'Impero.
Nel
Concilio Lateranense, X ecumenico (1139), il papa Innocenzo II dichiaro di
diritto divino le decime ecclesiastiche, e condanno Valdo e i Valdesi, Pietro
de Bruys, che negava la validita del battesimo ai bambini--i quali non
possono credere per procura,--e Arnaldo da Brescia, che combatteva il poter
temporale ed annunciava parecchie dottrine, insegnate piu tardi da Abelardo e
Lutero.
Il Concilio di Sens, infatti (1140), condanno Abelardo, del quale
il violento san Bernardo diceva: ≪che parlava della Trinita come
Ario, della grazia come Pelagio, e della persona di Cristo come
Nestorio≫.
Il Concilio di Pavia, riunito da Federico Barbarossa,
scomunico Alessandro III, e riconobbe Vittore, malgrado il parere della
Chiesa, che lo designa come antipapa.
Alessandro non si rassegno.
Riuni un Concilio ad Anagni, si fe'dichiarare eletto canonicamente, e
scomunico il suo rivale, l'imperatore e i Padri di Pavia. Fu questo papa che,
secondo la leggenda, mettendo il piede sulla testa di Barbarossa, vinto
dagli Italiani alla battaglia di Legnano, esclamo: _Super aspidem
et basiliscum ambulabis!_
_--Non tibi, sed Petro!_ rispose il
Barbarossa umiliato.
_--Et mihi et Petro!_ replico Alessandro.
Il
terzo Concilio Lateranense, XI ecumenico (1179), fulmino gli eretici con pene
atroci. Essi erano gia stati terribilmente trattati al Concilio di Reims
(1148), in cui S. Bernardo, divinamente feroce, aveva fatto condannare
Gilberto de la Poree, eterodosso circa la dottrina della Trinita, ed Eone, il
quale, basandosi sul testo _per eum_ (per Eon) _qui venturus est_,
spacciavasi un po' come un Messia.
Gli eretici erano gia stati posti al
bando dell'umanita dal Concilio di Verona (1184) contro i Paterini--specie di
Manichei;--da quello di Parigi (1210), che condanno Amaury, e fece bruciare i
libri d'Aristotile--poiche Amaury aveva fatto ogni sforzo per maritare
la filosofia aristotelica col cristianesimo, come nel terzo secolo
erasi amalgamata la dottrina di Gesu con quella di Platone; e nel
Concilio di Laterano (1215), XII ecumenico, in cui Innocenzo III,
circondato da ambasciadori di imperatori e di re, indisse una Crociata contro
i Vodesi, e specialmente contro gli Albigesi, e scomunica
l'imperatore Ottone, per aver chiamato _re dei preti_ il suo rivale, quello
stesso Federico II che vedremo scomunicato alla sua volta.
La parola
_transustanziazione_ non fu conosciuta che dopo questo Concilio. Fu vietato
di fondare nuovi Ordini religiosi; il che non tolse che se ne fondassero
poscia altri novanta, i quali si accasarono meglio che poterono nel mondo,
ove i loro predecessori avevano gia preso i migliori
posti:
_Bernardus montes, colles Benedictus amabat, Nemora
Franciscus, dives Ignatius urbes._
(Bernardo amava le montagne, Benedetto
le colline, Francesco i boschi, ed Ignazio le ricche citta.)
Il
dodicesimo e tredicesimo secolo furono fecondi di eresie, non meno del terzo,
quarto e quinto; e furono, per giunta, insanguinati. Il braccio secolare si
tuffo senza posa nel sangue, ed accese i roghi, sempre per ordine del potere
ecclesiastico. |
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